“Creativi Creatori di Patchwork”:

Una personale metafora sull’essere psicoterapeuta

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“La domanda non è 'cosa devo indossare',
la domanda è 'chi voglio essere' grazie a quell'abito!”

“Creativi Creatori di Patchwork”: Una personale metafora sull’essere psicoterapeuta

Queste righe nascono dalla volontà di condividere con te che mi stai leggendo pensieri e riflessioni personali sulla professione che svolgo e sull’ “essere” psicologa e, soprattutto, psicoterapeuta di fronte ai miei pazienti.
Sono riflessioni nate in un momento ben preciso: anni fa, alla tastiera di questo stesso notebook, mentre con un po’ di emozione mi trovavo a dover “chiudere” la tesi di specialità.
Nella tesi, portai i percorsi terapeutici condotti con tre pazienti, ma dovevo sceglierne uno sul quale soffermarmi in particolare, dettagliando la terapia.
Scelsi di approfondire la storia e la terapia di S.; la “nostra storia”.

Scrivere 'nero su bianco' quelle pagine, “raccontare la storia della storia” e trascrivere parole dette in un là e allora, che sono nate però in un preciso qui ed ora, mi ha restituito un'immagine di me 'nuova', che agli inizi del mio percorso non mi sarei vista addosso, forse; o meglio, non me la sarei 'cucita'.

Utilizzo questa parola, il verbo cucire, perché ora più che mai mi si palesa davanti agli occhi l'immagine di una persona, la sottoscritta, che 'fa la sarta'.
E mentre organizzo i pensieri e le parole, mi rendo conto di quanto questa immagine sia evocativa della professione che, ora come allora, mi adopero giorno dopo giorno a cucirmi addosso. Con impegno e fatica; sulle mie misure; e, perché no, secondo i “miei stili preferiti”. Con l'umiltà che deriva dalla consapevolezza di 'sapere di non sapere' e che 'sbaglia solamente chi prova a fare', posso dire di aver provato a fare la sarta (incappando anche nei nodi) mentre incontravo le persone che hanno intrapreso assieme a me un percorso, tra le quali anche S.

E una riflessione che è nata riguarda la difficoltà, soprattutto da 'apprendista', di essere sarta, nel momento dell'incontro con l'altro in terapia, e non solo mostrare di farlo.
Lavorando, con pazienza, tanti tessuti, stoffe, colori, sfumature...e da tutto ciò dovevo ricostruire i “carta-modelli” dai quali veniva creato l'abito, gli abiti, con cui quelle persone si presentavano a me e agli altri. E cogliere in cosa quegli abiti impedissero alla persona che li indossava di non stare comoda in quei propri panni.
Far sì che scegliessero di scucire dei punti, allentare cuciture, cambiare le misure; proporre, ideare con loro, altri modelli di una “nuova collezione”, a partire da quelle stoffe (“Si fa con quel che si ha! Non si lavora con quello che non c'è” - mi è stato più volte, saggiamente, ripetuto).

Il mio filo sono state le parole, potenti quanto fragili se la trama del punto, il ritmo di cucitura e la scelta del tessuto non sono quelli più adatti alla parte di lavoro che stai artigianalmente costruendo. Il filo, poi, si può anche inceppare: ma superare l'impasse è possibile.
Questo anche grazie al fatto che siamo sì artigiani, ma impegnati in un lavoro che è un cucire a quattro mani: parole, frasi, pensieri, metafore, non avrebbero potuto generarsi se non cucite assieme (e grazie) all'Altro, oltre che per l'Altro e sull'Altro!

E' “lavorando su misura” che vedi i modi diversi che le persone hanno di “vestirsi” delle parole, tue e loro, anche quando sono apparentemente le stesse.
Le parole che utilizziamo, che 'inventiamo', insieme, ma ancor più i modi con cui scegliamo di accostarle: tutto ciò permetterà di renderle anche diverse da ciò che inizialmente appaiono; costruiranno nuove e diverse storie, nelle quali i personaggi faranno nuove e diverse cose.

Come con un mucchio di scampoli di stoffe, possiamo creare, di volta in volta, molti, incredibili e sorprendenti “pezzi unici”.
Insieme, siamo “creativi creatori di patchwork”; non “costruttori di puzzle” già ideati.


Articolo a cura della Dott.ssa
Elisa Fermo
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia / Mestre

Dott.ssa Elisa Fermo
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia - Mestre

Iscritta dal 2011 all’Albo degli Psicologi della Regione Veneto n. 7918
Laureata in Psicologia Clinica, presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 04494630264

 

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