SESSO, SESSUALITA’ E SESSUOLOGIE Orientiamoci: un po' di storia...
“Inizialmente eravamo monofasici”... no, non si tratta di una qualche forma di malattia che ha colpito il genere homo (una delle tante di cui siamo stati 'ammalati'...anche senza saperlo...); bensì dell'idea iniziale, nel campo della sessuologia clinica, che vedeva la sessualità umana come “un monolite unico” che, nella sua totalità e interezza, poteva essere “totalmente sano” o “totalmente malato”.
Successivamente si è passati ad una visione più articolata, per cui i disturbi legati alla sessualità venivano distinti in due categorie, quelli caratterizzati da disturbi della fase dell'eccitamento (impotenza e blocco dell'eccitamento femminile) e le disfunzioni della fase dell'orgasmo (eiaculazione precoce ed eiaculazione tardiva, nei maschi, blocco dell'orgasmo femminile, nelle femmine appunto).
In seguito, cominciò a dimostrarsi utile analizzare anche quei casi che non mostravano nessun miglioramento dalle terapie proposte e condotte. In questo modo emerse che certi “fallimenti” terapeutici si potevano far risalire al fatto che le coppie in questione erano state “erroneamente curate” per impotenza, EP e/o assenza dell'orgasmo.
Le disfunzioni della fase genitale presenti in questi casi erano semplicemente manifestazioni sintomatiche secondarie del loro problema primario: la mancanza di desiderio sessuale, che ai tempi non era stata ancora riconosciuta come entità clinica distinta. 1
Fu così che venne concettualizzato il “modello trifasico per la risposta sessuale umana”, sviluppando approcci di cura specifici e più efficaci per la fase del desiderio. Secondo tale modello, il ciclo di risposta sessuale si compone di tre fasi, appunto: desiderio, eccitamento e orgasmo; il primo può essere “colpito” separatamente, anche se le fasi genitali – collegate all'eccitamento e all'orgasmo – sono “risparmiate”.
I neuroscienziati hanno scoperto che l'esperienza del desiderio sessuale nei maschi e nelle femmine è prodotto dell'attivazione di determinati centri neurologici sessuali e circuiti cerebrali. Il funzionamento “normale” richiede inoltre, tra gli altri fattori, il corretto equilibrio di certi neurotrasmettitori e un livello adeguato di testosterone.
È anche risaputo che l'interesse di un individuo per il sesso può venir diminuito da certi stati di malessere e da molti farmaci di uso comune nella cura delle malattie fisiche. Ma identificare tutti questi substrati neurologici non significa di certo che gli influssi psicologici siano ininfluenti nella patogenesi del disturbo sessuale, né minimizza l'importanza della relazione tra i partner per aumentare o diminuire la qualità delle sensazioni erotiche di un individuo. 2
Articolo a cura della Dott.ssa
Elisa Fermo
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia / Mestre
declino responsabilità | privacy policy | cookie policy | codice deontologico
AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi o di automedicazione. I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento. La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.
©2017 Tutti i testi presenti su questo sito sono di proprietà della Dott.ssa Elisa Fermo
© 2017. «powered by Psicologi Italia».
E' severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.