Questa è una spiegazione che mi sento chiedere spesso, e comprendo che per i “non addetti ai lavori” possa risultare meno immediato e chiaro il distinguere tra queste tre figure professionali.

Facciamo un po’ di ordine:

• Lo Psichiatra è un professionista con una laurea in Medicina e Chirurgia, che successivamente ha conseguito la specializzazione in Psichiatria. E’ l’unica figura professionale che può prescrivere farmaci;
• Lo Psicologo è un professionista laureato in Psicologia. Da una definizione presa dal sito dell’Ordine degli Psicologi: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.” (art. 1 Legge 56/89)
  
  Per diventare Psicologo oggi in Italia è necessario:
  
  1) Laurearsi in Psicologia (Laurea Specialistica 3+2);
  2) Svolgere un tirocinio post-lauream di un anno;
  3) Sostenere un Esame di Stato abilitante alla professione;
  4) Iscriversi all’Albo professionale regionale.
• Lo Psicoterapeuta è il professionista psicologo, o anche medico, che “ha conseguito una specifica formazione professionale (successiva alla laurea) di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private riconosciute dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. L’abilitazione all’esercizio della psicoterapia avviene ai sensi dell’art. 3 della Legge 18 febbraio 1989 n.56.”
  Per farla breve: dopo l’iter per essere “timbrato ufficialmente psicologo” (o dopo la laurea in medicina e l’abilitazione), se vuoi essere anche psicoterapeuta, devi frequentare una Scuola di Specializzazione, della durata di 4 anni, che sia ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione.
• Lo Psicologo Psicoterapeuta oggi è dunque un professionista in possesso di una specifica Specializzazione in Psicoterapia, della durata di 4 anni, dopo essersi laureato in Psicologia (3+2 anni) e abilitato mediante il superamento dell’Esame di Stato. Tale formazione successiva alla laurea consente l’acquisizione di metodologie fondamentali per il trattamento dei disturbi in ambito psicologico, anche grazie ai tirocini che i professionisti sono tenuti a svolgere annualmente per tutta la durata della formazione.

La consulenza psicologica è una fase importantissima, per me e per ogni professionista psicologo-psicoterapeuta. Per questo può occupare anche più di un colloquio (nel mio caso me ne riservo in media 2-3). E’ lo strumento che permette di raccogliere informazioni importanti ed utili ad inquadrare la situazione che mi porti; per cercare di capirla, almeno nelle caratteristiche principali. Questo è indispensabile per poter capire anche in che modo posso esserti utile. E poter poi orientare il mio sguardo e il mio intervento nella direzione del benessere. Puoi trovare qualche informazione aggiuntiva nella pagina dedicata.

Durante un’incontro in studio, poiché si chiama “colloquio”, sembrerà banale ma “si parla”. Tutto qui? - ti chiederai. Sì...e no...è un “parlare” diverso dal solito, da quello che già puoi aver sperimentato con amici/familiari ecc. ( ai quali magari ti sarai già rivolto/a, forse anche per avere un’aiuto per la situazione in cui ti trovi; ma tant’è...che ci sei ancora dentro...).

E’ un “parlare” diverso perché è costruito e direzionato in modo da produrre e agevolare cambiamenti di prospettiva; in modo da innescare azioni nuove e diverse nel vivere quotidiano. Il tutto è possibile grazie alla specifica formazione che seguiamo per poter svolgere questa professione; e alle specifiche tecniche e metodologie che acquisiamo. Tutto ciò che “succede nella stanza”, ciò che viene detto o meno, accade intenzionalmente e consapevolmente con il fine di perseguire gli obiettivi che insieme sono stati fissati ad inizio percorso; per raggiungere i risultati desiderati.

Ed eccoci ad un’altro dubbio (che a volte magari resta non espresso...ma c’è): durante questi colloqui “speciali”, posso convincerti di “cose strane” o che non pensi...o “farti il lavaggio del cervello”? La risposta è una sola: NO. Per due semplici ragioni: 1) la mia etica e il Codice Deontologico (ti invito a leggere in merito soprattutto gli articoli 3 e 4); 2) non ho nessuna bacchetta magica con poteri strani.

Come professionisti psicoterapeuti, siamo consapevoli di poter avere un peso e un ruolo significativi, nella vita delle persone che incontriamo, durante i percorsi di sostengo o psicoterapia. E proprio per questo l’etica è centrale.

Ma ti dirò di più: per fare al meglio il nostro lavoro per noi è fondamentale proprio il modo di pensare e di vedere il mondo che la persona ha! Il mio lavoro sta nel favorire in chi mi sta di fronte l’apertura del proprio raggio di azione, e l’ampliamento della consapevolezza degli strumenti a disposizione per affrontare gli eventi della vita. Come diceva spesso ironicamente la mia prima tutor: “non ho nessuna palla di vetro sulla scrivania e nessun gatto nero in testa...”. Ci siamo solo tu ed io, ed è quanto basta per fare accadere grandi cose.

A questa domanda è difficile rispondere.

Sapresti dire...Quanto tempo è necessario per riuscire (di nuovo) a dormire la notte? a non aver più paura di morire? ad andare al lavoro la mattina senza l’ansia per ciò che ti aspetta? ad avere una relazione felice e appagante col proprio partner? a parlare coi propri genitori/figli? a relazionarsi con le persone (magari in particolare con l’altro sesso)?

Per la complessità dei temi che si vanno ad affrontare e a trattare, non è possibile per me definire a priori quanto durerà un percorso psicologico o una psicoterapia con la persona che in quel momento sta iniziando. È necessario conoscerla, anche nelle sue risorse, oltre che per la situazione problematica che porta.

Significa necessariamente che ci vedremo una volta alla settimana per anni? No, non significa nemmeno questo.
Significa però che possiamo darci noi delle “scadenze intermedie di verifica”, per fare il punto della situazione su “a che punto siamo” rispetto agli obiettivi fissati.

Infatti, anche se non so sempre quanto ci vorrà, una cosa la so per certo: credo fermamente che una Psicoterapia, per potersi definire “efficace ed efficiente” debba non solo aiutare a risolvere il problema, ma farlo anche nel più breve tempo possibile.
Il principio guida per me è lavorare, al meglio, affinché ci salutiamo quanto prima. Perché saremo riusciti, insieme, ad attrezzarti di quegli strumenti che ti avranno permesso di costruire un nuovo equilibrio. Quello che ti può far stare bene. Quello “su misura”. Quello che potrà rimanere “tuo”. E per questo potrà rimanere più stabile nel tempo.

Per esserlo deve avere tutti i requisiti di cui ho parlato al primo punto. E se ha tutti le carte in regola allora senz’altro è iscritto ad un’Ordine Regionale.
Per vedere se un professionista è regolarmente iscritto all’Albo della Regione Veneto e per sapere se è anche psicoterapeuta clicca qui.
Se la persona non risulta iscritta, puoi controllare sul sito dell’Ordine Nazionale Psicologi se è registrata in Albi di altre Regioni italiane.